Pescestocco: che passione

Sciroccu, piscistoccu e malanova. Lo Scirocco imperversa ancora e lo farà sempre nello Stretto, il merluzzo pescato e seccato nelle isole Loften arriva ancora a Messina ed è diventato cibo prelibato, la Malanova è quell’ombra cupa che incombe sui messinesi sempre minacciati da un possibile terremoto.

Queste tre parole sono l’essenza di Messina e del messinese.

Le prime tracce del merluzzo essiccato dovrebbero risalire al XV secolo quando le prime navi di passaggio dalla Stretto sbarcarono questo cibo allora povero e ad alta conservazione perché essiccato.

Oggi a Messina e nella vicina provincia di Reggio Calabria c’è il culto del pescestocco: a ghiotta, in bianco o arrostito e perché no crudo con i pomodorini.

Punto di riferimento per i buongustai sono Letterio e Antonina Alessi che dal 1975 vendono pescestocco a Faro Superiore, un villaggio collinare di Messina. Da Letterio il pescestocco è “trattato secondo la regola” in acqua dolce per otto giorni e poi messo in vendita.

Chi ama la “ghiotta alla messinese” non può non essere passato almeno una volta dalla loro piccola bottega .

Esiste anche un’associazione ma… “il pescestocco è maschio” (scrive Giusy Parisi in Piscistoccu): Due notai, quattro medici, tre insegnanti di educazione fisica, un ingegnere, un direttore amministrativo e un consigliere finanziario. Da venti anni gli “apostoli” dell’AMAP  (associazione messinese amici del pescestocco) si incontrano una volta al mese “per magnificare attorno ad un tavolo il loro amore per il Gadus morhua – il pescestocco, appunto. Gli altri, tutti gli altri, sono solo dei dilettanti.

Le ricette per cucinarlo sono innumerevoli e anche per questo vanno segnalati i libri:

  • Del cucinare in riva allo Stretto (73 ricette messinesi) di Antonio Sarica. Ed. Società di Storia Patria.
  • Sciroccu, malanova e piscistoccu. Ed. Pungitopo